Economy of Francesco, 20 novembre 2020 – Il secondo pomeriggio all’Economy of Francesco è stato davvero intenso e mi trovo a scrivere mentre rimango a guardare immobile le immagini di Assisi coperta dal cielo non più brillante ma scuro, con la Basilica illuminata che segna il punto di riferimento nella notte che sta per scendere. Ma ad altri meridiani è ancora giorno e così sta per iniziare un completo giro intorno al mondo, una maratona che attraverserà 20 paesi alla scoperta dell’esperienza che la community EoF sta vivendo localmente e i progetti che sono stati avviati.
Sulla parola “tempo” mi soffermo ancora perché il villaggio di cui faccio parte Work and Care, cioè Lavoro e Cura, ha riflettuto tanto sulla concezione del lavoro, cercando di capire quali sono le politiche per un lavoro sostenibile e decente. In particolare, una delle relatrici, Jennifer Nedelsky, dall’università di Toronto, ha dialogato con noi raccontandoci l’idea di un mondo che abbia come centro non più il lavoro, quanto la cura, un modello che si realizzerebbe con una riduzione delle ore di lavoro retribuito per tutti, per poter aver tempo da dedicare alla cura in famiglia e in tutta la comunità. Rilancio allora questa domanda, cosa è per ciascuno di noi il lavoro e in che relazione sta con il prendersi cura?
“Il prendersi cura è la condizione essenziale per capire chi siamo veramente”, ci ha detto il sociologo ed economista Mauro Magatti, ed è anche il momento che viene dopo il dare vita e prima del lasciar andare… per un attimo mi sono chiesta “ma di cosa stiamo parlando, di Pastorale Giovanile?”. Non proprio, ma di un movimento antropologico che ci riguarda come esseri umani, il generare, processo capace di farci uscire dal pericoloso circuito produzione-consumo, che fa parte da sempre dell’agire delle nostre civiltà ma che se tenuto come assoluto senso della vita, diventa un meccanismo che crea disuguaglianze e che ostacola la realizzazione della vita stessa. Se l’economia sarà generativa, saremo davvero capaci di futuro. Allora il pensiero chiave è l’idea di umanità che maturiamo e che portiamo nella teoria economica. Questo aspetto è emerso anche dall’intervento del Premio Nobel Muhammad Yunus, che nel panel sulla finanza e l’umanità ha offerto il suo illuminante punto di vista.
Ma se dovessi scegliere una parola soltanto per questa giornata, rimarrebbe solo la gratuità, valore che assomiglia a un tabù, perché da sempre suona così sovversivo delle logiche del profitto. Non a caso, lo spirito francescano ha animato e sostenuto la nascita dei Monti di Pietà, la prima forma di banche popolari. Ma la gratuità e la logica del dono senza misura, hanno davvero una potenzialità enorme nella storia di ciascuno. Per questo, nell’ultima tappa del nostro viaggio, oggi ci siamo soffermati sulla vita di Santa Chiara e abbiamo scoperto un’esistenza che ha il profumo delle beatitudini… e qui scende di nuovo un silenzio contemplativo dei doni e dell’amore di Dio per ciascuno, che ci chiama ad essere sorelle e fratelli in Cristo.
“Ogni volta che qualcuno decide di diventare povero, incontra Francesco, anche se non lo riconosce, anche se non lo sa.”
Letizia Forzoni
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