Approfon…Dire, febbraio 2021 – Ecopedagogia 5 – a cura di sr Mara Borsi – Il tema ambientale in questi ultimi tempi si è trasformato in un impegno sociale che riunisce molti gruppi di volontariato a livello locale, nazionale e internazionale, la cui azione positiva è riuscita ad interessare altri attori sociali, istituzioni pubbliche e private. Si deve tuttavia costatare che dopo anni di attivismo ambientale esiste una notevole distanza tra i valori proclamati nelle dichiarazioni ufficiali dei programmi delle Nazioni Unite e il comportamento quotidiano; emerge una reale incoerenza tra le teorie proclamate e la quotidianità vissuta.
Tale discrepanza mette in luce il ruolo determinante dell’educazione riguardo alla cura e alla protezione dell’ambiente e segnala, senza ombra di dubbio, che dal punto di vista pedagogico gli sforzi non hanno prodotto risultati soddisfacenti. La mentalità che vede nella costruzione di una cittadinanza consapevole la carta vincente per esercitare le proprie responsabilità ambientali si rivela carente.
Oggi è notevolmente cambiata la visione del mondo si è passati da una concezione meccanicistica ad una olistica ed ecologica, che obbliga a considerare il mondo dall’ottica delle relazioni, delle integrazioni e dell’armonia.
L’armonia richiede un ordine sociale connesso ad attitudini e comportamenti concreti delle persone tra di loro e nei riguardi di tutti gli abitanti dell’universo. È nella quotidianità che le persone creano disarmonie, le società attuali cedendo alla cultura del consumo e della produzione senza limiti sono molto spesso fautrici di disarmonia. S’impone quindi la necessità di diventare attori dell’armonia ambientale, di saper collegare i problemi ambientali con la vita quotidiana, ricercando quelle soluzioni che portano a migliorare la qualità della vita. Questa necessità di ristabilire l’armonia dell’individuo con la realtà naturale porta con sé la formazione e l’adeguamento di spazi che, devono essere elaborati pedagogicamente nella vita quotidiana.
Si è ormai consapevoli che il modello di società delle nazioni ad alto sviluppo non è universalizzabile, tale stile non può essere esteso a tutti i popoli essendo strutturalmente contraddittorio per l’accumulazione progressiva che richiede, per la concentrazione crescente di beni nelle mani di pochi e per il ruolo della tecnologia, non sempre posta a servizio del bene comune. Un modello che condanna alla povertà intere nazioni, popoli, comunità che esigono non solo equità per la sopravvivenza, ma anche condizioni di vita umana che permettano la democrazia e la pace.
Una proposta ecologica basata sulle relazioni, le interconnessioni, e l’autoregolazione dei diversi ecosistemi supera la visione ambientalista superficiale appiattita sulla custodia del verde, dove ci si accontenta di un controllo e di una gestione più efficace dell’ambiente naturale a beneficio della persona umana. L’ecologia fondata sull’etica richiama a cambiamenti più profondi e persegue la cittadinanza planetaria per la costruzione di una società sostenibile ed equa.
Lascia un commento